L’accettazione all’ottava bassa
fonte: https://www.facebook.com/salvatorebrizzifanpage/posts/1669655156458195/
di Salvatore Brizzi
Chi fa un lavoro su di sé, sa che esistono due »ottave« di qualsiasi
concetto e di qualsiasi emozione. Per esempio, esiste l’amore all’ottava
bassa, che proviene dai centri inferiori e implica possesso e
sofferenza, e poi c’è l’amore all’ottava alta, che proviene dai centri
superiori e implica un cuore aperto e una comunione animica.
Medesimo discorso può esser fatto per il concetto di accettazione.
Spesso si confonde l’accettazione all’ottava alta (non oppongo
resistenza interiore a ciò che avviene, non giudico l’evento o la
persona, vivo nel flusso) con l’accettazione all’ottava bassa (qualunque
cosa succeda mi deve andar bene per forza, perché io sono un essere
spirituale e gli esseri spirituali si comportano così).
La differenza consiste nel fatto che l’ottava alta implica sempre la
capacità di cogliere l’evento da un punto di vista animico, non mentale,
ossia al di là delle apparenze, per cui le nostre reazioni saranno una
conseguenza spontanea di questa nuova visione. Il fatto di accettare
qualcosa nel proprio cuore, non implica però che il nostro atteggiamento
debba essere fatalista o che non possiamo mandare a stendere qualcuno.
L’accettazione non è sinonimo di rassegnazione e passività; questa è
“l’idea dell’accettazione”, non la sua realizzazione effettiva. In altre
parole, non mi lascio rubare il portafogli solo perché “io sono
nell’accettazione totale”.
Il mio invito di oggi è ad osservare quando state veramente accettando
qualcuno o qualcosa e quando invece state recitando la parte della
persona spirituale. Niente paura, fra un estremo e l’altro… c’è tutto il
lavoro su di sé che intanto procede.
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